1. |
Intro
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2. |
Abitudine
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Costrizione tra emozioni in plastica, acciaio in bocca che erode i muscoli fino alle ossa, fra i denti che stridono dei sorrisi sospesi, tra il senso di smarrimento e la continua ricerca di qualcosa di più! E intanto la rabbia cresce perché guardandoci abbiamo imparato a riconoscerci non ostili anche se diversi. E sempre c'è qualcosa tra i sentieri degli sguardi che chiama, urla, ride, ama e questo tu lo sai e io lo so; perché inchiodati per i gomiti siamo diventati più forti. Abbiamo capito che nell'indifferenza accettiamo la sconfitta. Lasciando solo ferite aperte tra gli strati di cemento mentre il cielo su di noi esplode tra le schegge delle abitudini, esplode lasciandoci sospesi, tra il senso di impotenza e la nostalgia di sentimenti passati. Ancora tienimi tra le tue mani, io non ho paura.
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3. |
Schema
01:32
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Volti arsi dal tempo nell'ossessione generale che domina l'interiorità. E tutti cercano qualcosa, costantemente cercano se stessi, vogliono essere parte di un insieme. Cucire la propria esistenza sulla bocca della massa, nascondere ogni paura, le proprie fissazioni, conformasi nei gesti quotidiani. Ogni singolo rapporto è teso più che mai e sembra sempre sul punto di disfarsi. Sistemi di dominio sulla debolezza della testa plasmata da uno schema, dove vive incomprensioni causano guerre mentali.
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4. |
Margini
01:49
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Una sola possibilità: seguire il mito immaginario ancora e ancora. Camminare con gli occhi bassi, la visibile amarezza dipinta sul volto e quel senso di insoddisfazione che è il vero padrone del mondo. E ora la nostra storia, un percorso che segna i passi dell’uomo mentre felice si chiude da solo in cella. Tutto confinato ai margini, nelle insegne dei negozi, sole chimico che brucia la fronte e decide cosa è giusto e sbagliato. Un significato: è questo ciò che importa, giustificare azioni per regalargli un senso che facile scivola via. Vittime di una falsa coscienza che sporca, avvelena le idee. Il fragile conforto di tagliare un traguardo autoimposto non basta per esistere.
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5. |
...
02:18
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Le nostre facce una contro l'altra mentre il mondo ci scivola fra le dita. E' il freddo di questi giorni che non ci lascia spazio e che ci avvolge con le sue parole.
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6. |
Il giudizio degli idioti
01:07
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Meccanismi muovono gli ingranaggi dei cervelli, impongono obblighi come scelte efficaci per ottenere vite perfette. Etiche e morali innalzate su un piedistallo per gli idioti che amano subire, difendendo una posizione che critica e accusa, senza guardarsi in faccia mai, ma preoccupati solo a non odiare se stessi. Ogni giorno preso a scrutare i difetti e gli errori degli altri.
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7. |
Sed Non Satiata
01:33
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I presupposti non sempre sono essenziali per arrivare al dunque, un altro colpo, un altra ferita, un altra stretta di mano forzata non serve che a creare falsi sorrisi e vuote menzogne per placare la rabbia, la necessaria reazione allo scorrere degli eventi. Scavalcare il muro di nebbia che circonda le teste basse e le opinioni facili, false figure di scambio di merce, un passo in più verso la fine. Chiedersi sempre il perché di tutto, niente è fatto a caso, è tutto un progetto che ti vuole alienato, ridotto al prodotto che hai comprato. Un unico fine, un unico scopo: il potere! E non importa in quanti sentiranno dolore, questa sete non si potrà mai placare. L'unica soluzione: ribaltare l'ordine delle cose.
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8. |
Padroni del niente
02:20
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Arida terra trafitta da vento feroce, ancora altre urla seguite da sorde cadute, il silenzio da schermo proietta opinioni su coscienze imposte, il cemento si fonde alle radici delle nuove speranze. E' il bisogno di conquista della specie dominante che non trova pace, non trova quiete, in un ossessiva volontà di calpestare la vita e non guardare mai in faccia nessuno. Padrone assoluto del niente occupato a produrre e consumare senza arrivare a niente! Arida terra trafitta da vento feroce, ancora altre urla e sorde cadute, il silenzio da schermo proietta opinioni su coscienze imposte, il cemento si fonde alle radici delle nuove speranze. Mentre l'industria inquina l'aria e la terra sperimenta il dolore.
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9. |
Labile
02:34
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Le immagini di se riflesse nei colori di uno specchio, nella luce che scorre dentro le finestre, a marcare i tratti delle vene diramate lungo le ossa, i segmenti di un volto che riposa all'ombra di occhi stanchi. Lasciare che il peso degli altri scivoli dentro, creando una nuova dimensione; solida proiezione verso un passivo orizzonte. Ascoltando altre parole aggrappate agli sguardi di oggi e di ieri tra le nostre prospettive distanti, dentro a stanze che sanno di ricordi. Ascoltando altre parole aggrappate agli sguardi di oggi e di ieri tra le nostre prospettive distanti. Fogli di carta sporchi di verità precarie.
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10. |
Appeso
03:19
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Una reazione spontanea è necessaria, dalla testa ai muscoli, abbracciare la propria individualità nel guardare avanti insieme. Il rifiuto di facili aspettative, condizioni dell'esistere e resistere come automi stanchi e impotenti. E quanti altri passi potrai fare sulla stessa strada sicura, convinto di te e di quello che sei? Un amante di fumo e fragile essenza per sempre al fianco, a placare la ragione, a coprire l'odore del mondo. Sopravvivere nella costante ricerca di attimi di felicità a cui aggrapparsi e di cui convincersi. Cancellare le maschere che annientano l'uomo.
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